Ero molto più dura una volta.
Poi un pomeriggio, in cui me ne stavo seduta su una sedia blu dell’aeroporto, aspettando l’aereo per Venezia avevo acceso la radio e dalle cuffiette ho sentito due radiocronisti spagnoli dare la notizia della morte di Pavarotti.
Così, italiana lontana, senza aver mai fatto troppo caso alle mie radici, mi sono trovata a dispiacermi. Una mia amica dice che non ce la fa ad ascoltare Buongiorno a te, nella pubblicità perchè le viene in mente che è lui che canta e le dispiace ancora che non ci sia più. Lì per lì l’ho un po’ coglionata (“quindi a casa non hai neanche un cd di un cantante morto immagino…” alludendo al fatto che io e lei tenevamo le lezioni sul Bob durante l’autogestione al liceo – sì, eravamo moooolto alternative-) però ecco, c’ha ragione lei perché anche io ci penso ogni volta che sento quella pubblicità.
Poi niente, è successo che oggi ho riascoltato un paio di canzoni di Whitney e ho frignato come una vegna mi sono commossa.
Poi mi passa, e torno a pensare (con molta durezza) ai grandi problemi del mondo.